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In un anno complicato il valore del Consorzio Agri Piacenza rimane fondamentale

“E’ stato un anno complicato e difficile che dimostra l’imprescindibile necessità di affrontare i mercati in modo aggregato, in maniera duttile per saperli assecondare. E’ uno dei compiti fondamentali per cui è stato costituito il Consorzio Agri Piacenza latte e noi continueremo a valorizzare questo essenziale strumento per muoverci adeguatamente sui mercati”.

Così il presidente Marco Lucchini ha tratteggiato l’attuale situazione intervenendo all’assemblea di bilancio (con un fatturato che supera 60 milioni di Euro) che si è svolta presso la sala “G.Bertonazzi” al Palazzo dell’Agricoltura.

“Le cose- ha detto Lucchini- si complicano e cambiano in tempi brevissimi; un sistema commerciale come il nostro è essenziale per concentrare l’offerta di prodotto, con un caseificio strumento indispensabile per trasformare il latte in grana padano Dop nei momenti in cui il prezzo scende.

Nell’attuale situazione dobbiamo ricordarci che le eccedenze della Germania  diventano quelle dell’Italia; certo i prodotti italiani sono qualificati, ma i volumi non sono corrispondenti alle produzioni nazionali. Con la fine delle quote latte si è creata un’ulteriore sovrabbondanza in tutto il sistema europeo, Italia compresa, con la differenza che noi abbiamo i maggiori costi (che non riusciamo a contenere nonostante le nostre capacità imprenditoriali) e le peggiori istituzioni d’Europa.

Il 60% del latte va a Dop ma il resto va collocato e deve fronteggiare colossi come Lactalis (Galbani e Parmalat) che per i freschi usa latte francese. La nostra arma di difesa era la Dop ma la produzione è stata contingentata e ridotta del 7% liberando così 2 milioni di q. di latte”.

Per i prossimi mesi Lucchini si è detto contrario ad ogni ipotesi di prezzi bloccati per un anno perché il mercato muta continuamente e noi siamo in grado di monitorarlo e adattarci tempestivamente. Ora ci sono piccoli, timidi segnali di risalita.

“Certo è difficile “leggere” questa situazione ma solo un’organizzazione come il nostro Consorzio la può gestire. Cresciamo, nella convinzione che questa è l’interfaccia con il mondo industriale, altrimenti prima o poi non sapremo dove collocare il nostro prodotto. Ed in futuro con il caseificio cercheremo, se il prezzo si manterrà basso, di diversificare la produzione”.

 

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